18 Giugno 2012
Frodi Alimentari

Continuano le assemblee in vista del rinnovo del consiglio provinciale della Coldiretti di Frosinone. Uno dei tempi che il direttore della sede ciociara Paolo De Cesare sta portando alla ribalta durante le riunioni, è quella legato alla necessità di conoscere la provenienza dell'olio di oliva.
Infatti - spiega De Cesare - è tornato sotto accusa la mancanza di trasparenza nel settore dell'olio di oliva. Quattro bottiglie di olio extravergine su cinque, in vendita in provincia di Frosinone, contengono miscele di diversa origine, per le quali è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate".Secondo una indagine della Coldiretti, nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009, le bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati, continuano ad ingannare i consumatori. E' quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte "miscele di oli di oliva comunitari", "miscele di oli di oliva non comunitari" o "miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari" obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull'etichetta che la rende difficilmente visibile. Per questo assume un'importanza particolare - ha aggiunto ancora De Cesare - la proposta di legge salva-olio Made in Italy sottoscritta da numerosi parlamentari che vede come primi firmatari la senatrice Colomba Mongiello (Pd) e il senatore Paolo Scarpa Buora (Pdl), che ci si augura conduca ad un iter rapido".
Intanto il prezzo pagato agli agricoltori per il vero olio di oliva è crollato del 30 per cento anche per effetto degli inganni e delle frodi che danneggiano il settore e colpiscono produttori e consumatori. "Salutiamo con soddisfazione e positivamente l'operazione dei carabinieri dei Nas che hanno scoperto in questi giorni, un traffico di circa 500.000 litri di olio extra vergine di oliva contraffatto da parte di una l'organizzazione che reperiva anche in ambito internazionale (Spagna e Maghreb), le materie prime per la sofisticazione degli olii (clorofilla e betacarotene) per poi cederle ad oleifici compiacenti.

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