1 Ottobre 2016
VENDITA DIRETTA

Un fenomeno sociale. Ma anche economico, visto che genera un movimento di quasi 100 milioni di euro tutto interno al circuito cittadino. Oltre a una nuova, più consapevole abitudine alimentare. Nei primi otto mesi del 2016 è cresciuto il numero dei romani che fanno spesa nei mercati della rete Campagna Amica, la Fondazione della Coldiretti che promuove il consumo di prodotti freschi, stagionali, tracciati dal campo alla vendita, a chilometro zero perché provenienti dalle campagne della Capitale, il più grande comune agricolo d’Europa. A Roma operano a pieno regime 15 mercati dislocati sul territorio comunale, dall’Eur al Tiburtino, dal quartiere Trieste a Colle Fleming, dall’Appia Antica all’Auditorium, fino al Circo Massimo. La rete cittadina di distribuzione dei prodotti agroalimentari locali comprende anche 16 botteghe in sede fissa e 107 fattorie (91 aziende agricole e 16 agriturismi) che oltre a produrre fanno vendita diretta. “I consumatori vorrebbero poter sapere da dove arriva ciò che comprano, che siano salumi, formaggi, frutta, verdure. Ma questo diritto gli è negato – spiega David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio – perché manca l’obbligo di indicare l’origine in etichetta. E così i romani scelgono Campagna Amica sapendo che ogni prodotto venduto nei nostri mercati è certificato dalla raccolta alla vendita, in un regime di filiera corta che prevede un unico passaggio, quello dal produttore al consumatore”. Per esempio, la casalinga di viale Oceano Pacifico che vuole olio di oliva sicuramente extravergine e italiano o la famiglia di via Tiburtina in cerca di mozzarella di bufala autenticamente pontina scelgono Campagna Amica perché l’agricoltore che sta dietro il bancone è lo stesso che quegli alimenti li ha raccolti, prodotti e lavorati nella sua azienda. “Quale migliore garanzia – dice Granieri – di chi ci mette la faccia?”. Il fatturato generato in Italia da Campagna Amica è stato, nel 2015, di 1,5 miliardi di euro. L’anno scorso le 533 aziende del Lazio accreditate dalla Fondazione hanno sviluppato un volume di affari di 97,5 milioni di euro, con un aumento del 20% rispetto all’anno scorso. Soldi sottratti al circuito delle speculazioni che gonfiano la filiera agroalimentare e finiti nelle tasche degli agricoltori che fanno vendita diretta. Un vantaggio per loro che così recuperano reddito, un vantaggio per i consumatori perché la spesa nei mercati di Campagna Amica è garanzia di qualità e salubrità dei prodotti.

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