19 Ottobre 2010
VERTENZA AGRICOLTURA

Anche in Ciociaria fervono i preparativi per la grande manifestazione indetta dalla Coldiretti del Lazio a Latina per il 26 ottobre. Infatti, in questa settimana, così come nella precedente, il direttore provinciale, Gianni Lisi, sta tenendo incontri, assemblee e riunioni su tutto il territorio per illustrare i motivi che hanno spinto Coldiretti a scendere in piazza. “Mercoledì scorso a Latina alla conferenza stampa non ho potuto essere presente poichè impegnato a Roma, presso la sede nazionale, ma la nostra sede è stata comunque rappresentata per dare man forte al collega dirtetore, Saverio Viola, e alla presidente Santori. Quanto stigmatizzato durante la riunione con i responsabili dei mass-media dal nostro presidente regionale, Massimo Gargano, e dal direttore della sede laziale, Aldo Mattia, testimoniano il disagio della nostra base associativa, oltre che nostro, per una fase di stallo che ora preoccupa davvero troppo”.La manifestazione del 26 sarà “di vecchio stampo”,con un corteo massiccio che, dopo aver attraversato le vie princiapli di Latina si concluderà con un comizio. Parteciperanno 5.000 produttori agricoli in rappresentanza delle 37mila imprese Coldiretti che operano nel Lazio e oltre 300 trattori.”Dalla Ciociaria contiamo di arrivare a quota 1000 presenze – ha precisato Lisi - con diversi trattori che si muoveranno dai comuni a confine con la terra pontina. Insomma dopo 8 mesi di quasi nulla abbiamo proclamato lo stato di agitazione ed aperto la vertenza per l’agricoltura. Abbiamo bisogno di iniziative adeguate, utili e decisive per dare slancio al settore”.Il Lazio, grazie al suo comparto agricolo, contribuisce al 10.1 del PIL, un comparto cresciuto peraltro del 13,9 per cento. La verità è che, mentre da un lato si approvano mozioni inadeguate, dall’altro la Regione non fa niente per recuperare i soldi del PSR. Se fossimo arrivati al 31/12/2010 avremmo già perso ben 42.7 milioni di euro dall’Unione Europea, soldi che saranno riversati su quelle regioni considerate virtuose. Si cercano risorse per l’occupazione e si perdono i soldi per il PSR?”. Tutto ciò non convince l’agricoltura nel Lazio è fatta di primati, è ragione di orgoglio con tutti i suoi Dop, Igp, le denominazioni di origine protetta,  la crescita di realtà come quelle agrituristiche, la consistente occupazione femminile è una realtà che non vuole elemosine ma serie politiche.
Se con la diplomazia non abbiamo ottenuto quasi niente – ha detto in conclusio Lisi - speriamo che con la protesta in piazza possano arrivare risposte in tempi brevi per evitare che l’agricoltura laziale già al collasso continui a segnare il passo”.

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