Granieri: “Preoccupa calo del 47% di nuove imprese. Agriturismi veri ambasciatori del Made in Italy da valorizzare. Serve percorso di promozione e liquidità immediata”.
A rischio 800 mila posti di lavoro con la chiusura di oltre sei alberghi e ristoranti su dieci, prevista entro un anno, a causa dell’emergenza Coronavirus. E’ questo il quadro che emerge a livello nazionale da un’indagine Istat, che denuncia l'esistenza di fattori economici e organizzativi, che mettono a rischio la sopravvivenza il 65,2% delle imprese di alloggio e ristorazione (19,6 miliardi di euro di valore aggiunto).
A pesare su questa situazione drammatica anche la mancanza di turisti italiani e stranieri. Solo a giugno si registra un calo di presenze di 10 milioni di persone e a luglio un italiano su quattro non è partito per le vacanze. E’ quanto emerge dal bilancio della Coldiretti per il mese che inaugura la stagione estiva con le stime fortemente negative anche secondo Federalberghi. Non solo. Il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha un effetto negativo a valanga sull’agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di almeno 3 miliardi per i mancati acquisti in cibi e bevande solo nell’estate 2020.
Nel Lazio la situazione non cambia e Unioncamere registra anche un calo di nuove aziende iscritte tra marzo e maggio, pari a 5.056 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una battuta d’arresto del 47% delle imprese, che avrebbero dato nuovo impulso proprio nel settore della ristorazione e del turismo.
“Il settore del turismo – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri - come l’alloggio e la ristorazione, che rappresentano il 3,7 per cento del valore aggiunto regionale, insieme al commercio, pari al 10,5 per cento del valore aggiunto, sono i comparti maggiormente colpiti dalle misure per contrastare l’emergenza sanitaria, stando al rapporto realizzato dalla Banca d’Italia”.
Le previsioni non sono positive con quasi un italiano su 4 (-23%), che rispetto allo scorso anno ha rinunciato a prendere le ferie a luglio per le incertezze, le preoccupazioni e le difficoltà economiche generate dal coronavirus. Quasi azzerati anche gli arrivi della gran parte dei turisti stranieri, che scelgono questo mese per pernottare lungo la Penisola.
“Sono nel Lazio sono presenti oltre 1280 aziende agrituristiche per circa 15 mila posti letto –conclude Granieri – strutture a conduzione familiare, spesso in zone isolate della campagna, che rappresentano forse il modo migliore per difendersi dai rischi del contagio e lo sostengono anche Terranostra e Campagna Amica. Gli agriturismi sono i veri ambasciatori del Made in Italy, che consentono di riscoprire sapori e tradizioni del nostro territorio. Stiamo lavorando alla realizzazione di un percorso di promozione turistica e la riorganizzazione degli spazi e del lavoro. E’ un settore che ha subito ingenti perdite, costretto alla chiusura per oltre due mesi e ad affrontare la cancellazione delle prenotazioni, ma anche l’annullamento delle cerimonie”.
Coldiretti Lazio già lo scorso aprile aveva sollecitato un intervento immediato alla Regione Lazio, chiedendo non solo la liquidità immediata per aziende agrituristiche in crisi, ma anche una serie di agevolazioni, che vanno dal taglio dell’Iva al 4% alla riduzione delle bollette energetiche, fino agli ammortizzatori sociali per i dipendenti, la cancellazione della tassa di soggiorno e l’introduzione di voucher per i turisti.