12 Novembre 2025
Olio, Coldiretti Rieti: produzione in calo del 40%, ma qualità ottima

Lorenzini: “Resilienza delle imprese e qualità dell’extravergine sabino. Ora invasi, innovazione e più trasparenza della filiera” 

In provincia di Rieti la stagione olearia 2025/2026 fa registrare una contrazione stimata della produzione pari a circa il 40% in meno rispetto allo scorso anno, ma con una qualità dell’olio extravergine giudicata ottima.

Nel Reatino, dove la superficie olivetata è di oltre 12 mila ettari, le stime indicano circa 950 tonnellate di olio a fronte di 8.650 tonnellate di olive molite, con una resa media intorno all’11%. Nel 2024/2025 si erano raggiunte le 1.587 tonnellate di olio con 13.570 tonnellate di olive molite con una locale dell’11%. Un calo legato anche ai cambiamenti climatici, con alternanza di ondate di caldo e periodi di siccità, con effetti differenti nella Sabina.

“È una campagna difficile – spiega il presidente di Coldiretti Rieti, Claudio Lorenzini – la situazione è critica, anche se la Sabina garantirà comunque un extravergine di altissima qualità. Le nostre imprese hanno risposto con professionalità, garantendo standard elevati anche a fronte di una contrazione dei volume”.

Un territorio che rientra nella DOP “Sabina”, alcune aree sono comprese nell’IGP “Olio di Roma”. Qui prevalgono le cultivar Carboncella, Raja, Frantoio, Leccino e Pendolino.

Nel complesso, il Lazio affronta una campagna tra le più difficili degli ultimi anni: le stime indicano un calo del 40%con una produzione regionale che si attesta intorno a 8.640 tonnellate di olio a fronte di 78.500 tonnellate di olive molite, con una resa dell’11%. La contrazione è legata soprattutto a caldo anomalo e siccità prolungata, con impatti non omogenei tra i diversi areali.

Viterbo resta la provincia del Lazio più penalizzata con una riduzione stimata del –50%, seguita da Roma con –40%, Latina con –44% e Frosinone –45%.
In questo quadro, Rieti si colloca su 950 tonnellate di olio con un calo attorno al –40%: una flessione importante, ma con un profilo qualitativo elevato dell’extravergine sabino, frutto della tenuta delle cultivar locali e del lavoro di aziende e frantoi. Nonostante la riduzione dei quantitativi a livello regionale, la qualità dell’olio laziale si conferma eccellente.

“Per fronteggiare l’instabilità climatica serve accelerare su infrastrutture idriche e innovazione: invasi, accumulo e pompaggio, tecniche di irrigazione efficienti e difesa integrata – conclude Lorenzini – Sono azioni decisive per dare stabilità produttiva e pianificazione alle aziende. Al tempo stesso rafforziamo la trasparenza della filiera, con tracciabilità rigorosa e controlli, per tutelare il vero olio sabino e contrastare frodi e speculazioni”. 

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