Le voci infondate e le inesattezze che si rincorrono sui motivi e sulle ragioni delle mie dimissioni da presidente del Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino mi inducono a doverose precisazioni. Non risulto indagato, né coinvolto in alcuna inchiesta giudiziaria. Ho fatto un passo indietro per coerenza con la posizione ufficiale assunta dalla Coldiretti, che mi onoro di presiedere in provincia, in merito alla legge di riforma del sistema consortile regionale che sarà discussa mercoledì nell’aula della Pisana. Il numero dei Consorzi di Bonifica del Lazio passerà da dieci a quattro nell’ottica, che condivido, di un riordino legislativo finalizzato al contenimento dei costi della rappresentanza politica e all’introduzione di una gestione amministrativa più snella, efficiente e più virtuosa nella gestione delle risorse finanziarie di questi enti, il cui ruolo strategico per l’agricoltura e per la tutela di primari interessi collettivi – come la salvaguardia dell’equilibrio idrogeologico dei territori e il corretto uso delle risorse idriche – viene preservato ed esaltato dalla nuova legge di riforma. Mi sono dimesso dalla presidenza, in linea con l’atto di indirizzo emanato dai vertici regionali della Coldiretti, per agevolare il rinnovamento del sistema consortile e per favorire l’avvento di un assetto che, a regime, comporterà benefici per i consorziati. Capisco lo smarrimento degli amici imprenditori agricoli che in questi giorni mi hanno manifestato timori sugli effetti dell’entrata in vigore della legge di riordino. Li ho rassicurati, spiegando che la nuova governance consortile manterrà i livelli di efficienza dei servizi erogati dall’Agro Pontino, assicurando tempestività di risposta rispetto alle esigenze delle aziende agricole e puntualità nei tempi di reazione alle sollecitazioni degli utenti. Le dimissioni mie e di altri colleghi dirigenti della Coldiretti testimoniano la nostra attenzione agli interessi del mondo agricolo e non certo alla conservazione delle poltrone.
31 Luglio 2016
DIMISSIONI