È di assoluta attualità la necessità di gestire le risorse faunistiche, soprattutto in seguito all’espansione incontrollata, nelle aree rurali, degli ungulati che provocano ingenti danni al patrimonio agricolo.
Il quadro normativo vigente permette il controllo faunistico:
• in aree non protette, da parte di soggetti abilitati alla caccia, qualora sia dimostrata l’inefficacia dei metodi ecologici, ad esempio reti contenitive;
• in aree protette, da parte di soggetti abilitati alla caccia, adeguatamente formati e autorizzati, qualora sia dimostrato che il controllo numerico sia la migliore strategia costi/benefici per la risoluzione di un eventuale “squilibrio biologico”.
Le associazioni venatorie, in collaborazione con gli enti di formazione accreditati, organizzano pertanto diverse tipologie di corsi abilitativi alla caccia selettiva, seguiti solitamente su base volontaristica:
• operatori abilitati al monitoraggio (censitori volontari);
• rilevatori biometrici;
• cacciatore di selezione;
• cacciatore di selezione che commercializza le carni degli animali abbattuti;
• coadiutore al controllo (selecontrollore);
Sono queste le figure di cui poi si avvalgono gli Enti Parco e le amministrazioni provinciali per l’attuazioni di interventi di controllo in aree protette e fuori dalla stagione di caccia.
Al via il primo corso di selecontrollore, ossia un cacciatore preparato sulla normativa, sulla biologia e sul comportamento dei cinghiali, specializzato in materia di pianificazione e gestione del prelievo venatorio e consapevole della natura dell’attività che è chiamato a svolgere sotto il coordinamento dell’ente responsabile dell’intervento.
Per informazioni è possibile rivolgersi alla Coldiretti Lazio chiamando il numero 06.40818968 o scrivendo a pina.boccia@coldiretti.it.