C'è preoccupazione e voglia di mollare tutto tra gli allevatori che devono fare i conti con la continua perdita di capi di bestiame per gli attacchi del lupo e di cani selvatici; il test del DNA non c’è e dunque non sappiamo di quali delle due tipologie di animali si tratti. Al danno materiale della perdita dei capi, si aggiunge quello enorme dello stress che l’attacco provoca nelle altre pecore, che si impauriscono e producono poco latte per giorni e giorni. Ebbene i lupi sono tornati a mordere, terrorizzare ed uccidere strappando dai greggi decine di agnellini e pecore e lasciando nello sconforto gli allevatori che lentamente stanno gettando la spugna, contribuendo a far sfiorire la passione per questo mestiere importante anche per la difesa del territorio ed in particolare il mantenimento delle zone collinari e montane, dove i lupi, anno dopo anno, stanno decimando il patrimonio ovino.
Nell’ultimo attacco, appena qualche giorno fa, c’è stata una mattanza, con i lupi che ormai si avvicinano sempre di più anche agli insediamenti umani e mettono in serio pericolo anche le persone e i bambini. Uno degli allevatori ha dichiarato: “Voglio vendere tutto, perché questa non è vita. La minaccia del lupo ti costringe a notti su notti in bianco, in costante allarme, senza andare a letto. Questo poi è periodo di pascolo ma con il lupo in giro - spiega ancora - non si possono lasciare da sole un minuto. Una distrazione ed il gregge è perso; quando entra il lupo nel gregge è come se entrasse il diavolo. Le pecore, per giorni, a volte per settimane, producono poco latte. Per un’azienda che sopravvive producendo latte e a basso prezzo è un disastro; dove sono le istituzioni? Chi ci difende? Perché nessuno ascolta gli allarmi lanciati continuamente da Coldiretti e da noi allevatori?”.
Da tempo Coldiretti ha lanciato l’allarme: “I danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti – commenta il Direttore di Coldiretti Viterbo Alberto Frau – danno una ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti. La presenza di branchi di lupi sta scoraggiando in molte aree l’attività di allevamento, mettendo a rischio anche il tradizionale trasferimento degli animali in alpeggio che, oltre ad essere una risorsa fondamentale per l’economia collinare/montana, rappresenta anche - sottolinea - un modo per valorizzare il territorio e le tradizioni culturali che lo caratterizzano”.
Prosegue il Presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacidici: “Anche io sono esausto, essendo allevatore di ovini, continuamente alle prese con attacchi di canidi e lupi. Da presidente di Coldiretti, sono stanco di dover continuamente battere i pugni sui tavoli preposti, incassando poi promesse regolarmente non mantenute; se da un lato siamo orgogliosi di essere riusciti a sbloccare i pagamenti dei danni da fauna del 2015 e 2014 che a giorni verranno erogati agli agricoltori e siamo orgogliosi di aver contribuito a dare vita al piano di selezione degli animali selvatici che a breve vedrà la luce, dall’altro ,sul tema lupo, siamo ancora in alto mare e non siamo noi a dover dare risposte ma le istituzioni, che al momento non ne danno; iniziamo a non nutrire più aspettative, perché questa è una situazione che così non può più andare avanti e già sappiamo che le nostre grida non avranno risposta".