6 Febbraio 2015
NUNGITURA IN PIAZZA

Roma Rieti: allevatori in piazza per ridare dignità al latte.
Grande successo per la più grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo con Ministri del Governo, Governatori delle Regioni, Sindaci, politici, esponenti della cultura, dello spettacolo e del mondo economico e sociale insieme per trascorrere con la Coldiretti un giorno da allevatore nelle piazze italiane in cui è stata allestita una vera e propria stalla per mungere, dare da mangiare e custodire gli animali. L’obiettivo della Coldiretti in piazza con decine di migliaia di allevatori è stato quello di far conoscere da vicino il difficile lavoro nelle stalle e gli effetti positivi per l’intera collettività ma anche i pericoli dell’abbandono di una attività insostituibile per la sicurezza alimentare, ambientale e il prestigio internazionale del Made in Italy e soprattutto per l’economia e l’occupazione, con la scomparsa in Italia circa 150mila mucche dall’inizio della crisi nel 2007.
Trasparenza, riconoscibilità e dignità al latte italiano: questi gli imperativi ribaditi a Piazza del Campidoglio dove si sono dati appuntamento migliaia di allevatori del Lazio, Abruzzo, Umbria, Molise e Sardegna in concomitanza a quanto avveniva in altre dieci piazze italiane dove Coldiretti si è fatta portavoce dei produttori di latte e dei consumatori. All’interno della stalla allestita per l’occasione si sono avvicendati esponenti delle istituzioni e non solo, per dar luogo ad una vera e propria mungitura: dal Sindaco di Roma Ignazio Marino all’assessore regionale all’ambiente Refrigeri, dal ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti al governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dal ministro della salute Lorenzin al ministro del lavoro Poletti per passare inoltre alle associazioni dei consumatori e Jimmy Ghione da sempre a fianco del mondo dell’agricoltura.

Portavoce delle istanze degli allevatori ed apripista della mattinata di mungitura Roberto Moncalvo: ”Non è dignitoso per chi ogni giorno pratica la mungitura e lavora il latte, che il proprio lavoro venga riconosciuto con un prezzo a dir poco ridicolo di 0.35€ al litro – ha affermato il Presidente Nazionale - e la speculazione della filiera lo metta in vendita ad un prezzo quadruplicato. Le trentaseimila stalle italiane con quanto producono sostengono giorno per giorno "l'impresa italiana” oggi sempre più colpita dalla crisi ma in controtendenza con quanto accade invece nel mondo agricolo, unico settore in crescita". Sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Ismea il latte viene pagato agli allevatori in media 0,35 centesimi al litro, con un calo di oltre il 20 per cento rispetto allo scorso anno, mentre al consumo il costo medio per il latte di alta qualità è di 1,5 euro al litro, di qualche centesimo superiore allo scorso anno. In altre parole - spiega la Coldiretti - gli allevatori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè al bar, quattro litri per un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar mentre quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette. Ma soprattutto il prezzo riconosciuto agli allevatori - sottolinea la Coldiretti - non copre neanche i costi per l’alimentazione degli animali e sta portando alla chiusura di una media di 4 stalle al giorno con effetti sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla sicurezza alimentare degli italiani. "E’ inaccettabile – continua Moncalvo – che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia siano stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta o che dalle frontiere italiane passino ogni giorno 24 milioni di litri di latte equivalente, tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori. E’ arrivato il momento di porre fine alla commercializzazione di forme finte di Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Trentin grana che con il made in Italy, ma in generale con il latte non hanno nulla a che fare. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero. È un primo passo che va completato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”. Il presidente Moncalvo ha infine concluso con uno slogan fermo e deciso pronunciato a voce alta “Riprendiamoci la Centrale del Latte di Roma!”
Numerosi gli allevatori intervenuti dalla provincia romana e reatina che nonostante le avverse condizioni meteo hanno voluto assolutamente essere presenti a questo appuntamento per ribadire e sottolineare le difficoltà che affrontano giorno per giorno nel provare a sopravvivere ad un mercato assolutamente sleale.
La manifestazione è stata occasione per firmare un esposto al Codacons da presentare all’autorità antitrust contro l’ormai insopportabile monopolio del prezzo del latte.

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