Sos agriturismi nel Lazio che conta circa 1280 strutture e oltre 15 mila posti letto. A lanciare un grido di allarme per un settore fortemente penalizzato da questa emergenza sanitaria, che ne ha determinato la chiusura da marzo, è la Coldiretti Lazio.
In una lettera inviata alla Regione, Coldiretti Lazio, traccia le criticità e indica quelle che sono le strategie di intervento, che vanno dalla liquidità immediata, al taglio dell’Iva al 4%, con una serie di agevolazioni fiscali e voucher per i turisti. Un rilancio che passa anche attraverso la semplificazione, la consegna a domicilio e la ristorazione da asporto. Senza dimenticare i più piccoli, per loro sono state studiate fattorie didattiche e agri asili. Utili anche per i genitori che torneranno al lavoro.
“Gli agriturismi rappresentano i luoghi maggiormente sicuri per difendersi dal contagio – spiega Cristina Scappaticci, presidente di Terranostra Lazio, l’associazione di Coldiretti per gli agriturismi – in cui è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza. Situati in zone isolate della campagna, in strutture familiari, con un numero contenuto di posti letto e a tavola e ampi spazi all’aperto. Con l’arrivo della bella stagione, sostenere il turismo in campagna, significa evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare e anche per questo le strutture agrituristiche devono poter riaprire subito”.
Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa, prima dell’emergenza coronavirus, era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani, per un valore di 85 miliardi di euro all’anno. Un italiano su tre (37%) abitualmente consuma a casa o al lavoro, i menu da asporto o per consegna a domicilio, preparati da ristoranti, pizzerie, fast food o agriturismi.
“Ora il settore è fermo – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – con prenotazioni cancellate, anche quelle dall’estero, non solo per quest’anno, ma in alcuni casi anche per il prossimo. Tutte le cerimonie, inoltre, sono state annullate: niente matrimoni, comunioni, gite. A fronte di una spesa per la gestione delle strutture che gli imprenditori del settore devono comunque garantire. Bisogna stabilire delle agevolazioni fiscali da delegare ai singoli comuni, come la riduzione dell’Imu, Tari e Tasi, ma anche la riduzione delle bollette energetiche e ammortizzatori sociali per i dipendenti o la cancellazione della tassa di soggiorno e l’Iva al 4%. Un percorso che passa anche attraverso la promozione turistica e la riorganizzazione del lavoro e degli spazi. Fondamentale è fare rete. Un appello che rivolgo a tutte le imprese turistiche del Lazio”.